sabato 31 agosto 2013

La COOP e la 'Birra Italiana'

Questa è la storia banale di un piccolo malinteso.

Attratto dalla grafica, dal nome del prodotto e dal prezzo competitivo, ho acquistato in un supermercato COOP alcune lattine di birra italiana.
Ecco, l'equivoco inizia qui: in realtà stavo acquistando (sì, mi ero distratto): alcune lattine di un prodotto chiamato "Birra Italiana".


Un buon prodotto, come ho potuto accertare la sera stessa affiancandolo ad una pizza casalinga ma... mentre giocherellavo con una lattina, rugiadosa e ormai vuota, ho scorso le indicazioni della composizione (acqua, malto d'orzo, granturco, luppolo). Ruotando di 180° il contenitore, ho continuato a leggere: "Prodotto con materia prima di qualità: l'acqua, il malto in prevalenza italiano e i luppoli accuratamente selezionati."


ALT! Ma non era una birra italiana?
A leggere bene, dunque, è una birra fatta in Italia, dalla BIRC di San Giorgio di Nogaro (UD) [E' la Birra Castello che produce per COOP, quindi] e solo il malto è in "prevalenza" italiano; ma che vorrà mai dire "prevalenza"? Già il 51% è prevalenza, no? e il resto da dove viene?
Nulla si dice poi del luppolo, che forse è croato o ... chinese. Quanto alla provenienza del granturco, che è un sostituto economico del malto?
E l'acqua? Magari importata, liofilizzata, dalla Tunisia!

Come consumatore, e socio COOP, mi sembra che il prodotto lanci un messaggio fuorviante: se compro un prodotto che porta "Italiano" nel nome, soprattutto se è a marchio COOP, mi aspetto (ingenuamente?) che le componenti siano tutte italiane; tanto vale allora, invece di aiutare la nostra economia, comprare un prodotto tedesco.
Con che faccia ci lamentiamo se all'estero vendono prodotti dell'agro-alimentare spacciandoli per italiani?
Come consumatori sappiamo che nei supermercati COOP ci sono fichi secchi della Turchia, e non del sud d'Italia, noci degli Stati Uniti, e non della Campania, pompelmi e limoni del Sud Africa, e non della Sicilia, tutti prodotti che in famiglia evitiamo accuratamente di acquistare.
Adesso ho trovato un'altra voce da aggiungere alla nostra lista nera.

venerdì 30 agosto 2013

Mezzo secolo di musicassette

Philips Compact Cassette
Philips Compact Cassette
Quando la Philips presentò le Compact Cassette™, al Berlin Radio Show il 30 Agosto del 1963, pensava di poter conquistare il mercato delle registrazioni vocali: finalmente era stata creata una struttura compatta, con una bobina protetta da un carter di plastica, pronta all'uso, facile da maneggiare e da sostituire.
L'idea era quella di impadronirsi del mondo dei dittafoni. Invece....

Dittafono Messenger della Lanier
Dittafono Lanier con 4 compact cassette (da una pubblicità del 1983)
Invece era stato inventato un nuovo medium, portatile, economico e robusto che invase rapidamente il mondo come supporto per la riproduzione della musica, una alternativa a buon mercato ai Long Playing di vinile.




I transistor dettero una mano eccezionale a ridurre l'ingombro dell'elettronica e si diffusero così i primi apparecchi (lettori e registratori) portatili. La qualità del suono era di gran lunga inferiore a quella che si poteva ascoltare con un giradischi collegato a un impianto stereo e a delle buone casse, ma tutti poterono ad un certo punto acquistare musicassette o nastri 'vergini' da incidere con l'LP che l'amico, più danaroso, aveva appena comprato; ne esistevano di diverse taglie: da 30, 60, 90, 120 minuti di registrazione.


La pirateria (audio) nasce con le compact cassette: si registravano LP, concerti, brani trasmessi alla radio; l'ascolto della musica, negli anni '70, si diffonde enormemente grazie a questa semplice tecnologia meccanica. Le autoradio si dotano di mangia-cassette e ascoltare musica in auto diventa alla portata di tutti; non c'era poi adolescente che non sognasse di possedere (o di usare) un'auto con i sedili ribaltabili (ehm...) con una buona dotazione di cassette di musica d'ambiente.

Registratore Philips a cassette
Registratore mono Philips, fine anni '60
Per registrare le lezioni dei proff. 

ma anche gli interventi e i dibattiti in assemblea!
[Image Credits: RétroScan]
Accanto ai gioiellini giapponesi, i famosi walkman della Sony, tutti le multinazionali dell'elettronica si misero a fare lettori di musicassette, più o meno economici. Il mercato ne fu invaso; i cassetti portaoggetti delle auto erano pieni di cassette e si riempivano appositi contenitori per portarsele al mare; si andava ai concerti nella speranza di riuscire a registrare un bootleg personalizzatissimo.
Poi comparvero i Compact Disc; dopo poco, i masterizzatori da collegare ai PC: le compact cassette avrebbero dovuto chiudere la loro esistenza, sepolte dalla nuova tecnologia; la loro produzione infatti andò giù a picco.

La musicassetta invece è ancora viva: i supermercati hanno ripreso a venderle, in America stanno diventando un oggetto cult per farsi delle compilation personalizzate da regalare agli amici. (il 25% delle auto USA ha installato un mangiacassette, leggo su  Gizmodo).

Riascoltare una cassetta con Giant Steps e A Love Supreme di Coltrane, registrato da un LP di un amico jazzista 35 anni fa (più o meno), fa ancora piacere, vi assicuro!

John Coltrane, Giant Steps e A Love Supreme
John Coltrane, Giant Steps e A Love Supreme
P.S.: ma i CD tra 30 anni li potremo ascoltare ancora? Saranno ancora leggibili (be', soprattutto, avremo ancora la tecnologia per leggerli?)

Le immagini senza credits sono del sottoscritto.

mercoledì 28 agosto 2013

Attenti alla TASER



E ora ci rapineranno armati di TASER.

Cambia qualcosa? Tares, Taser: è solo un anagramma.

Segnalibri Sant'Agostino

Sant'Agostino di Simone Martini, rivisitato

Il 28 Agosto la Chiesa Cattolica festeggia Sant’Agostino. Un’occasione per ricordare, su Scrivolo, il grande lettore (e scrittore!), morto 1583 anni fa.
Da stampare fronte e retro e ritagliare: li trovate QUI.

sabato 24 agosto 2013

Windows 95 è maggiorenne

Oggi sono passati diciotto anni dal rilascio del sistema operativo della Microsoft Corporation che, nel bene e nel male, avrebbe cambiato il nostro modo di usare i personal computer.

QUI e QUI un po' di storia,  per i più giovani.

Windows 95 mousepad
Clic per un mousepad più grande.

Clic sull'immagine per ingrandire

[Image credits: RétroScan]


venerdì 23 agosto 2013

Merli d'Agosto

Ho una certa simpatia per i merli, dopo alcune avventure capitate con una loro nidiata, di cui potete leggere QUI.

Da un paio di giorni una coppia si aggira, tra nespolo e siepe, probabilmente per trovare una buona zona per nidificare; gatti e gazze della zona sono all'erta.

I merli non sono particolarmente intelligenti, da quel poco che ho visto: continuano a metter su famiglia nella speranza che la prole cresca e si riproduca e sembrano non sapere, poveretti, che la sopravvivenza è cosa difficilissima.

Comunque sia, attirato da diversi frullar d'ali davanti a una finestra, sono riuscito a fotografare la merla che, appollaiata su un ramo, da qualche minuto stava studiando la situazione; mi è bastato scostare molto lentamente la zanzariera e scattare, da dentro casa, a meno di due metri di distanza. Lo stesso tentativo, fatto una decina di minuti prima con il maschio non aveva dato esito: un mio movimento era bastato a farlo volare via.


Il Decreto del Fare

Sconto multe

Facciamo gli sconti a chi infrange la legge!

L'inflazione alla COOP

L'ISTAT, sul suo sito, ci comunica (non ci sono ancora i dati di agosto):


Evviva! Solo 1,2% l'anno!!!!

Per puro caso ho trovato, in un paio di pantaloni che evidentemente non sono passati per la lavanderia, uno scontrino di acquisto proprio dell'Agosto del 2012.
Lo scontrino è quello del supermercato COOP della catena Centro Italia; considerando solo le voci presenti relative a prodotti a marchio COOP, ho confrontato i prezzi con quelli di uno scontrino di oggi. Nell'ultima colonna c'è la percentuale di aumento rispetto all'agosto del 2012.


Servono commenti?

giovedì 22 agosto 2013

Una specie di muffin

Per fare dei dolcetti veloci al micro-onde, ho messo a punto la seguente ricettina, economica, senza grassi e colesterolo, adatta ad una gustosa e sana colazione invernale da realizzare davvero in pochi minuti.

Le dosi, per due 'muffin':
50 gr. di farina
40 gr. di zucchero (un eccesso di dolce non mi piace; potete fare 50 o 60)
50 gr. di succo d'arancia o di pompelmo (ho usato quello confezionato, al 100% di frutta)
mezzo cucchiaino di bicarbonato di sodio [Aggiornamento: meglio una punta!]
2 cucchiaini di olio di semi (ho usato quello di mais)

In una piccola coppa di vetro ho versato il succo di arancia e lo zucchero, lavorando il tutto con una frusta per poche decine di secondi; ho aggiunto la farina e l'olio, continuando a mescolare fino a che non ho ottenuto una pasta fluida e molto omogenea.
A questo punto ho incorporato il bicarbonato, mescolando rapidamente e per pochi secondi.
Ho subito versato il contenuto in due tazzine da tè (non avevo altro sotto mano, mai fatto un muffin in vita mia!) che mi ero premurato di imburrare e infarinare internamente per evitare che il dolcetto, una volta cotto, rimanesse attaccato alle pareti.
Ho messo il tutto dentro il micro-onde e ho cotto per 1 minuto a 700 watt, poi ho sbirciato cosa era successo, infine ho continuato per un altro minuto, sempre a 700 watt.
Ho lasciato raffreddare mentre mi preparavo un caffè, che ho poi sorseggiato gustandomi il dolcetto.


Alcune note:

  • Il succo di arancia è funzionale a non usare lieviti commerciali perché, per una semplice reazione chimica, l'acidità della spremuta e la basicità del bicarbonato sprigionano anidride carbonica quando arrivano a contatto. Per questo motivo il bicarbonato va aggiunto alla fine e l'impasto va lavorato poco e messo subito al forno: altrimenti l'anidride carbonica, invece di rimanere intrappolata nell'impasto, si disperde nell'aria.
  • Il veloce riscaldamento nel microonde fa lievitare il volume (si raddoppia almeno), quindi attenzione al tipo di contenitore dove cuocerete l'impasto.
  • Al posto del succo di arancio si può, ad esempio, mettere dello yoghurt (ma non ho fatto ancora prove per le dosi). [Aggiornamento: sì, le ho fatte: 50 gr. di yoghurt bianco vanno bene]
  • Nessuno vieta di aggiungere all'impasto qualche chicco di uva sultanina o delle scaglie di cioccolato.
  • Il bicarbonato di sodio prima di usarlo l'ho polverizzato in un mortaio, per evitare grumi e aiutare una solubilità uniforme e completa. [Aggiornamento: ora ne ho trovato di impalpabile, tipo talco]
  • La cottura al microonde priva il dolcetto della crosticina croccante e dorata superficiale.
  • I tempi di cottura devono essere ben testati: è facile passare dal non-ancora-cotto al semi-carbonizzato-internamente.

Valutazione organolettica: 7½ - 8
Velocità di esecuzione: 10
Economicità: 10

Chi non si preoccupa di grassi e colesterolo può sostituire il succo di arancia con un uovo e i cucchiaini di olio con 30 o 40 grammi di burro. In questo caso non si deve usare il bicarbonato ma un mezzo cucchiaino (scarso!) di lievito per dolci.



Dato che l'aspetto del dolcetto, per via della cottura al micro-onde, è un po' anemico, si può dargli tono con una glassatura: succo di arancia e zucchero o, come nel mio caso, succo di arancia, zucchero e cioccolato fondente.

lunedì 19 agosto 2013

L'ultimo libro


Leggevo qualche giorno fa, su Vulpes Libri, che i libri non letti sono oggetti ansiogeni: con la loro mera presenza su uno scaffale, un comodino, un angolo di un tavolo, ci urlano una 'chiamata all'azione' tutte le volte che ne arriviamo a contatto visivo.
Il pericolo è che si rischia di non avere più il tempo per leggerli tutti.
E cosa leggere, allora, nell'ormai poco tempo che rimane nella permanenza al mondo?
Dovrei fare una lista; ma di quanti libri? E su quale argomento? Semplice narrativa? Gli ultimi gialli pubblicati? Saggistica? Astronomia? Filosofia? Manuali informatici? Letteratura? Economia e finanza? Morale?
E quanti per ciascuna categoria che mi può venire in mente? E come decidere la sequenza delle letture? Ad esaurimento di un argomento? Il primo di ciascun gruppo, poi il secondo, e così via?

C'è da starne male.

Quanti libri potrò ancora leggere? Altri 400 se la morte mi coglierà all'età di mio padre, se dovessi morire all'età di mio nonno forse riuscirei a leggerne oltre un migliaio.
E se, nella mia selezione, facessi delle scelte sbagliate, buttassi via ore preziose? Poche pagine che non capisco, che non mi interessano, contenuti mal espressi, dovrebbero diventare sufficienti a farmi mettere da parte, definitivamente, la lettura?
L'angoscia mi attanaglia: dovrei organizzare i miei scaffali in un ordine di libri assolutamente da leggere e poi fare altrettanto con gli e-book?
Fra le letture dovrei inserire anche libri da rileggere assolutamente? (non posso dimenticare che Enrico Cuccia, poco prima di morire, si fece portare in ospedale "Guerra e Pace"). Dovrò disfarmi dei libri che posseggo ma che non ho intenzione di leggere?
O forse bisognerebbe che procedessi come suggerisce mia moglie: leggere l'indice, un capitolo a caso, la postfazione, se c'è, e poi decidere se vale la pena?
Oppure dovrei, semplicemente, prendere il primo libro che mi capita e, se mi piace, continuare a leggerlo e poi, a caso, proseguire con un altro e un altro ancora?

Ma... e se dovesse essere l'ultimo libro che leggo?

[Image credits: Incisione, in Jacques Gamelin: Nouveau reueil d'ostéologie et de myologie, dessiné d'après nature... [part.], Toulouse 1779. Da WikiMedia.]


martedì 13 agosto 2013

Siena e la senesità


"Ma, Direttore, io non sono di Siena!"

Il direttore della filiale ammutolì all'improvviso; per un attimo boccheggiò senza emettere suono, mi fissò con uno sguardo in cui passarono la paura e la commiserazione, mentre al contempo probabilmente pensava a quanto fosse stato folle a farmi mettere, per anni, le mani sui PC della sua Banca.
Possibile che avesse fatto un errore così grossolano? Far lavorare per lui qualcuno che non era di Siena!

Non avevo mai provato tanto imbarazzo come in quei pochi secondi: mi sentii come un negro musulmano davanti ad un membro del Ku Klux Klan. Ora che sarebbe successo? Avrebbe troncato il buon rapporto che si era stabilito negli anni? La mia azienda avrebbe cessato di lavorare per la Banca? Sentii la mia mano farsi sudaticcia stringendo la maniglia della borsa.

Ruppi il silenzio e mi scusai, magari sarebbe servito a qualcosa: "Sono di Follonica..."

Lo sguardo gli si rasserenò, sorrise, riprese a respirare, il corpo, che si era irrigidito, gli si rilassò.

"Ah, ma allora... è come se tu fossi senese!"

E con questo riconoscimento, con questa patente di quasi-senese, i rapporti, personali e di lavoro, continuarono per molti anni sugli stessi binari di familiarità e di collaborazione.
 

domenica 11 agosto 2013

martedì 6 agosto 2013

Non poteva non sapere

Il cappellano indovinò che il Duca stava prendendo in considerazione la possibilità di passare all'aperta ribellione. L'araldo indovinò la stessa cosa anche lui. Il Duca indovinò che gli altri due avevano indovinato. Il cappellano indovinò che il Duca aveva indovinato che lui aveva indovinato ma non riusciva a indovinare se anche l'araldo avesse indovinato che il Duca aveva indovinato che lui aveva indovinato. L'araldo, da parte sua, non riusciva a indovinare se il cappellano aveva indovinato che il Duca aveva indovinato che lui aveva indovinato, ma indovinava che il Duca aveva indovinato che lui aveva indovinato.
R. Queneau, I fiori blu [1965], Torino, Einaudi Editore, 1967

Via Libriaco

Letta è determinato


lunedì 5 agosto 2013

I TG della Beozia

Sono così a lungo avvolto dai canali TV di gialli e mistery che quando per sbaglio vedo qualche frammento di telegiornale mi sembra sempre più di essere sintonizzato sulla TV della Beozia e non su quella italiana.

Carcerati: tutti liberi!

Figuratevi che qualche ora fa mi è sembrato di sentire un parlamentare sproloquiare non di un salario di ingresso per giovani disoccupati, bensì di un robusto contributo economico per i neo-scarcerati, a completamento di una oscura manovra che si dovrà fare perché non si sanno come gestire le carceri in Italia!

Siena: i ticket sanitari


No, non sono io ad avercela con la Sanità senese, è esattamente vice versa!

Se dovete fare un esame (del sangue, delle orine,...) potete recarvi al centro prelievi del Policlinico delle Scotte [del Santa Maria delle Scotte, come è stato ribattezzato qualche anno fa, per fare più fino (perché Le Scotte mi risultano essere solo un podere della zona) e impetrare l'aiuto della Madonna già solo nominandolo...] e seguire questa procedura:

  1. Da uno dei distributori funzionanti dovete prendere un numerino (attenzione alla tipologia di operazione da effettuare, dovete fare la selezione giusta sul touch screen!).
  2. Quando è il vostro turno, allo sportello dovete prima di tutto compilare una dichiarazione sulla vostra fascia di reddito familiare (andateci preparati, con la paginetta della dichiarazione dei redditi che esplicita i vostri lauti guadagni), poi c'è da trascrivere il codice fiscale e da indicare quanti esami clinici avete già effettuato nell'anno (già, perché voi dovreste ricordarlo a memoria, il sistema informativo della USL7 no).
  3. A questo punto vi mettete in fila alle casse automatiche; quando arriva il vostro turno dovete: inserire la Tessera Sanitaria, selezionare l'esame che intendete pagare (se già prenotato) oppure far scannerizzare dall'apposito strumento l'intestazione della prenotazione che vi ha rilasciato lo sportello. Al sopraggiungere della richiesta di pagamento c'è da scegliere tra contanti o Bancomat (no, niente carte di credito). Ora dovete mettervi saldi sui due piedi ed avere entrambe le mani libere: il totem spara fuori (letteralmente) una ricevuta, di lunghezza chilometrica, con la rapidità di una macchinetta olimpionica del lancio del piattello; questo lenzuolo lo dovete conservare per eventuali sgravi fiscali. Che non vi sfugga, mi raccomando, il piccolo tagliando che viene emesso subito dopo: senza tale documento non vi faranno l'esame perché l'infermiera deve ritirarlo prima di occuparsi di voi.
  4. Ora potete mettervi in fila nel settore prelievi ed aspettare il vostro turno. ATTENZIONE: verrete ricevuti in base alla numerazione del tagliando che avete ritirato al punto 1; se lo avete lasciato sul banco della ricezione o lo avete appallottolato e buttato via, dovete per forza prenderne un altro e allungare la vostra attesa.

La lunghezza delle operazioni descritte dipende da due fattori: il numero di persone presenti e la capacità delle medesime di utilizzare il totem con il touch screen (strumento adattissimo ai tanti nostri anziani ultra sessantacinquenni).

Se poi, come stamani, i due totem risultano fuori servizio (sono gestiti dalla ditta Bassilichi e mi hanno detto che erano guasti da sabato...), tutta la bella informatizzazione se ne va a ramengo e si torna ai pagamenti col vaglia recapitato a casa.

A questo punto vi rendete conto del perché abbiano premesso al nome dell'ospedale quello della Madonna: per limitare il numero di 'moccoli' che sarebbe portato a tirare un 'utente' nervoso e incivile.
[Tirare moccoli: espr. popolaresca per: bestemmiare]


Vedi anche:
Ma che bella sanità!



Siena: ma che bella sanità

Niente da eccepire, qui a Siena abbiamo una bella sanità.
Per fare un'ecografia mi hanno proposto la prima data possibile dopo oltre 70 giorni. "Ma se la devo fare urgentemente?" ho chiesto? "Si deve fare ricoverare". Mi sono informato sul costo poi ho fissato l'appuntamento: magari dopo settanta giorni sarei stato ancora vivo e l'esame mi sarebbe potuto servire a qualcosa.
Poi ho chiamato un laboratorio privato. Disponibilità per il giorno dopo. Costo? Due euro (sì, due euro!) più della USL 7 Siena. Ho fissato l'appuntamento con loro e disdetto quello preso precedentemente.

domenica 4 agosto 2013

Il latino della domenica - 26


Qui te furetur hic demonis ense secetur 
(Chi ti abbia rubato sia tagliato dalla spada del demonio)

In mancanza di DRM e nell'impossibilità di incatenarli ai plutei, nel medioevo si cercava di difendere la proprietà dei libri con anatemi e maledizioni, messi in piena vista sulla prima pagina.
In questo caso la frase si trova in un manoscritto di commento all'Ecclesiaste, adesso presso la Biblioteca Apostolica Vaticana.



Niente più FAX - 2

Il "decreto del Fare" abolisce il FAX come documento di comunicazione tra gli uffici statali.
Innovazione tecnologica e risparmio economico con riduzione degli sprechi in un colpo solo.

Chissà se chi ha redatto l'emendamento ad hoc è a conoscenza del fatto che in molte sedi ministeriali periferiche tutte le email, ricevute e inviate, vengono protocollate, manualmente, dopo essere state stampate. Abolendo il FAX non si farà che aumentare il lavoro dei dipendenti pubblici, con un aggravio dei costi ed un aumento dell'inefficienza.

Niente più FAX. E ora?

Sconcerto tra gli impiegati degli uffici statali nell'apprendere la notizia.

Siena: monumento al Bancario Ignoto

Bozzetto del Monumento al Bancario Ignoto

"Noi dovremmo fare un monumento al Bancario Ignoto" auspica il sindaco di Siena, Bruno Valentini, in una intervista rilasciata venerdì scorso e visibile sul sito di Canale 3 Toscana.

[Image credits: Punch, vol. 100, 27 Giugno 1891, online]

Siena: quello che è di vantaggio per la Banca



John Ford, Stagecoach (Ombre Rosse), 1939.

sabato 3 agosto 2013

Quei cani dei clienti


Che i Clienti siano reticenti e spesso mentano spudoratamente riguardo le operazioni svolte coi loro computer è una verità scritta nella pietra che chiunque lavori nel campo dell'IT ha ben presente.
Se un PC, un programma, la rete, un server etc. smettono di funzionare, i Clienti chiamano allarmati, col tono irritato di chi ritiene il malfunzionamento colpa dell'Assistenza Tecnica perché loro, innocenti, non hanno fatto  assolutamente nulla. Bisogna allora essere psicologi, inquisitori e investigatori, specie se non si è in loco; aiuta moltissimo conoscere già la persona che si ha al telefono, aver noti i suoi tic, i suoi vezzi, la cronologia dei problemi che ha già avuto.
La storia che vi racconto è avvenuta anni fa e mi è tornata in mente a causa di un anniversario di cui dirò in un prossimo post.

"Ieri era tutto a posto - mi dice la funzionaria con la quale la telefonata non ha sortito esito positivo e nel cui ufficio mi sono recato di persona - Ho fatto le solite cose, usato gli stessi programmi, anche il suo di archiviazione..."
Il PC, un fido COMPAQ, fa il boot regolarmente, poi, prima di visualizzare il desktop di Windows 95, si blocca. Niente da fare. Non ci sono messaggi di errore.
Diversamente dai miei Clienti, io non credo negli gnomi cattivi che di notte infestano i computer e preferisco, in casi come quello che ho davanti, portare l'utente a una confessione che mi metta sulla strada giusta.
Conosco la signora da anni ma è reticente: non ha fatto assolutamente nulla sul computer!
Insisto: qualche cambiamento, l'istallazione di un programma nuovo,.... La cosa si fa sgradevole per lei, ho tutta l'aria di volerle attribuire una colpa che non ha invece di mettermi a 'spippolare' sul PC, con CD di recupero, antivirus vari etc., come farebbe un bravo tecnico.
Ma io non sono un tecnico...
Alla fine esce fuori un particolare: "Ieri mi sono fatta caricare da S. (un suo collega noto smanettone) la foto del mio cane come sfondo del desktop ma la visualizzava regolarmente, tutto funzionava, ci ho lavorato sino a quando sono andata via..."
Ecco, alla fine ci siamo arrivati! Rintraccio l'immagine (un gigantesco file BMP) e la sposto in un'altra directory poi faccio ripartire Windows; come per miracolo, tutto è tornato a posto!
"Era solo per quella foto?" mi fa la funzionaria, come per sminuire la sua colpa e anche il valore del mio intervento. Cerco di spiegarle i problemi della memoria di Windows, la necessità di ridimensionare le immagini... ma due occhi a palla dietro le lenti mi fanno capire che non mi segue affatto.
La raddolcisco ridimensionando sul mio portatile la foto del fedele animale e rimettendolo come sfondo sul suo PC. "Prima di farsi mettere le mani sul PC da qualcuno, se mi dà un colpo di telefono...". Mi firma il modulo di intervento, riconciliata col mondo dell'informatica.