sabato 28 febbraio 2009

Compleanni

Erano le cinque del pomeriggio, o forse un po' più tardi, e passeggiavo con il babbo: lui teneva la mia mano nella sua e camminavamo lentamente, intorno all'edificio dove c'erano le scuole, le elementari e le medie. Andavamo avanti piano, piano, come aspettando qualcosa, i miei passetti accanto ai suoi, io quasi quattro anni, anzi, quattro anni proprio il giorno dopo, lui trentadue.
La giornata la ricordo grigia, ma non ne sono sicuro, e non ho più testimoni a cui chiederlo; il sole, comunque, se c'era, sarebbe tramontato dopo poco o era già dietro le case che, nelle vie verso il mare, a quell'ora lo nascondono.
Io ero in attesa di un evento particolare: di lì a poco avrei visto la Cicogna, me lo avevano assicurato: sarebbe passata da noi proprio quel giorno e, uscendo di casa, avevo avuto la promessa formale da parte di tutti che l'avrebbero trattenuta fino a che non fossi rientrato.
Eravamo, lentamente, arrivati a fare l'ennesimo giro completo della scuola, ormai a pochi passi da una fontanina, che allora era più alta di me e che anni dopo sarebbe stato oggetto di giochi estivi, quando ricordo che arrivò una signora, proprio dalla direzione di casa nostra, che era a poche decine di metri, e si mise a parlare con il babbo.
Non so cosa si dicessero, ma poi lei si chinò verso di me e mi avvertì che a casa nostra era arrivata la Cicogna e mi aveva portato una sorellina.
Mi sentivo eccitato: avrei visto finalmente la Cicogna! Corremmo a casa ma quando arrivai, speranzoso, ebbi una grande delusione: la Cicogna non mi aveva potuto aspettare e se ne era andata! Crucciato, mi misi a sedere su una sediolina da bambini, di quelle piccole, in legno, col sedile di paglia intrecciata, e me ne stetti lì, imbronciato, proprio accanto alla porta della camera da letto dei miei genitori.
A nulla valse che, avvolta in una coperta, mi facessero vedere la sorellina che era appena arrivata: era brutta, scura e con pochi radi capelli. E poi il giorno dopo era il mio compleanno e sicuramente con questo nuovo arrivo non sarei stato festeggiato come si doveva...
Oggi, cinquanta anni fa.

lunedì 23 febbraio 2009

Come Astolfo

Se come Astolfo qualche volta avete sognato di salire su un Ippogrifo per andare sulla Luna, fino al Paradiso Terrestre e poi sul carro di Elia di volare sulla Luna [vedi commento] non alla ricerca dello smarrito senno di Orlando, ma per una bella cavalcata panoramica, allora andate a vedere questo filmato della sonda giapponese Kaguya che, per qualche minuto, ci porta a volare a 'pelo di cratere' su Tycho, la grande 'macchia bianca' visibile anche ad occhio nudo qui da Terra.

Ha giurato

Giuro di sconfiggere il nemico.

domenica 22 febbraio 2009

Nuovi Aumenti


Dalla quarta di copertina di G. Flaubert, Bouvard e Pécuchet, Edizioni Alfa, Milano, 1943.

venerdì 20 febbraio 2009

Petrolio in Basilicata e Irpinia


Carta adattata da:
Ing. Dott. Mario Grossi del Corpo Reale delle Miniere, Ricerca dei giacimenti minerali e delle acque sotterranee, Ulrico Hoepli ed. , Milano (1926)

Da: Rétro Scan.

giovedì 19 febbraio 2009

martedì 17 febbraio 2009

Partito...

Participio passato del verbo partire.
Nella accezione 1, ma anche nella accezione 2.

Nel più ci sta il meno

Nell'ultima decina di anni ho cambiato il PC portatile periodicamente. Finito il periodo di leasing, infatti, le aziende fanno un aggiornamento tecnologico e viene assegnato agli utenti un nuovo PC, più veloce e più capace.

Tutte le volte ho risolto il problema di come trasferire i miei dati dal vecchio hard disk al nuovo semplicemente creando, nel nuovo HD, una directory nella quale copiare tutte le sottodirectory del vecchio HD che mi interessavano. Abituato alla cosa, ho raffinato il processo, aggiungendo sempre nuovi documenti, nuovi fogli di calcolo, nuovi progetti a partire dallo stesso nodo della struttura; tutto questo, naturalmente, grazie all'aumentare della capacità dei dischi dei portatili, mi ha sempre consentito di fare copie 'alla cieca' senza dover prima scremare i file ignoti o vetusti. Da diversi anni porto con me documenti forse anche storici, e molti sono ormai inutili; la fatica, nel fare il passaggio, è però, come dicevo, poca.

Quest'anno l'azienda per cui lavoro ha deciso di stringere un po' la cinghia e solo alcuni potranno usufruire di un nuovo portatile; io non sarò tra questi.
Purtroppo i sessanta GByte di disco che ho adesso mi stanno stretti già almeno da un anno: oltre a tutta la storia dei miei lavori dell'ultimo decennio, ho aggiunto anche un paio di macchine virtuali (VMware e Sun Virtualbox), un po' per curiosità, un po' per avere ambienti di sviluppo non 'inquinati', un po' per usare Office 2003 e Office 2007 che, nella stessa macchina reale, avevano cominciato a far le bizze per problemi di registry e di palese incompatibilità di installazione (almeno per quanto riguarda Access, anche secondo la stessa Microsoft).
Non sapendo come rimediare alla mancanza di spazio, ho deciso di affrontare il problema dal punto di vista opposto: farò fare al mio PC una bella cura dimagrante per quanto riguarda il software installato; ripartirò ex novo da uno dei PC portatili dell'aula corsi e rifarò le installazioni. Non guadagnerò molto spazio ma, sicuramente, una installazione fatta partendo da zero mi darà dei benefici in efficienza e velocità.
Cosa reinstallare, però, oltre al classico Office? O meglio, cosa c'è attualmente installato sul mio portatile che uso veramente?
Dopo un po' di ricerche in rete, ho trovato Belarc Advisor, un software che crea un ottimo dettaglio di tutti i programmi che avviluppano un computer.


belarcadvisor

Il programma produce un documento HTML che contiene molte informazioni interessanti:

  • Un profilo dell'hardware della macchina, l'elenco delle stampanti e dei volumi di rete e di altri dispositivi collegati
  • I Security Hotfix di Microsoft installati o mancanti (con link a MS per la descrizione dettagliata)
  • L'elenco delle licenze software installate, con tanto di Key
  • L'elenco del software installato, con la possibilità di informazioni di dettaglio (come ad es. l'occupazione di spazio disco) e un collegamento alla directory di installazione per vederne cartelle e file.
Nel mio caso ci sono 248 elementi nella lista.
Dall'esame del rapporto deciderò cosa reinstallare e cosa lasciarmi dietro.

lunedì 16 febbraio 2009

La strada di Quinto Fixlein

"Ho finito di leggere La strada di McCarthy" dico a mia moglie.
"E chi è?" mi chiede lei.
"Un famoso autore americano, nato nel '36. La storia ti piacerebbe: è una vicenda che si svolge in un mondo post-catastrofe, tra ruderi di città morte e pochi uomini ridotti a sopravvivere nel freddo, fra stenti, fame e cannibalismo. Una scrittura secca, con la speranza che l'umanità degli individui sopravviva alla distruzione quasi totale. Due personaggi principali e tanta solitudine."
"Non credo che leggerei più un libro di narrativa" mi fa lei, alzando la testa dalla scrivania piena di pubblicazioni del Foscolo e sul Foscolo.
"Al massimo potrei fare come il maestro Fixlein di Jean Paul, che si scriveva i libri da solo perché era troppo povero per comprarli."
Io, come spesso accade, ci sono cascato. Ho fatto finta di nulla e mi sono messo a cercare, in rete, chi fosse questo maestro Fixlein e ho scoperto che del racconto La vita di Quinto Fixlein non ci sono, facilmente reperibili, versioni in italiano; mi sono anche imbattuto in un vecchio (1998) articolo di Repubblica dove ci si lamenta, appunto, che della Isabella Allende si può trovare l'opera omnia in ogni angolo, ma che certi autori (Klopstock, Juan Valera, Karel Hynek Macha ) [che, sia detto a onor del vero, non so neppure, per ora, chi siano] sono assolutamente irreperibili in traduzione italiana.
Alla fine ho trovato un volume che contiene anche il racconto di Jean Paul Richter, ma in una traduzione inglese, addirittura di Thomas Carlyle.
Testardo e speranzoso di capirci qualcosa, ho scaricato e stampato il libro (eh, sì, al solito, sono un gutenberghiano...) e ora, piano piano, cercherò di leggerlo.

domenica 15 febbraio 2009

Il diavolo fa le pentole, i Chinesi i coperchi

Protestavo spesso, quando ero in cucina, perché non trovavo coperchi adatti alle pentole con cui mi ostino a far finta di saper cucinare. Chiedevo l'intervento di mia moglie, ma quasi sempre senza risultato: i coperchi, in cucina, mancavano!
Per far smettere questa mia noiosa petulanza, settimane fa la santa donna è rientrata con una borsa piena di coperchi di acciaio di tutte le dimensioni. "Così la finisci di ....".
Finalmente, ho pensato, aprirò un armadio e avrò a disposizione un coperchietto del 6 o un coperchione del 25, adatto alle mie necessità culinarie.image Ma, ahimè, non avevo fatto i conti con il produttore dei coperchi che sono tutti, stranamente (?), Made in China e sapete una cosa? Non c'è un coperchio che riesca a chiudere benee la pentola per cui dovrebbe essere stato fabbricato: o sono qualche millimetro troppo larghi o troppo stretti oppure, ed è il caso più frequente, sono oblunghi!
Ma come diavolo fanno a mandare delle navicelle nello spazio?

sabato 14 febbraio 2009

Scorciatoie di tastiera

Ogni tanto mi accorgo che i miei allievi ignorano le più elementari tecniche per velocizzare l'uso di Windows.
Che sia possibile lanciare una applicazione direttamente tramite una combinazione di tasti è una caratteristica, nativa di Windows, praticamente sconosciuta.
Eppure, basta poco:
  • Si crea un collegamento all'applicazione o al documento, qualunque sia, ad es. sul Desktop, ma non è importante dove risiede.
  • Selezionato il file del collegamento, dopo aver cliccato col tasto destro del mouse, si sceglie Proprietà dal menù contestuale che si apre.
  • Nella casella Tasti di scelta rapida si digita la lettera o il numero desiderati per la combinazione; CTRL+ALT vengono inclusi automaticamente
Da questo momento, ogni volta che si ultilizzerà la combinazione prescelta, Windows attiverà l'applicazione o lancerà il programma che permette l'utilizzo del file che sì è collegato alla scelta rapida.
Nel caso in esempio, con CTRL+ALT+X si attiverà Excel che aprirà il file STARMAP. Da quanto detto, le combinazioni possibili sono limitate e bisogna prestar attenzione al fatto che se la combinazione scelta entra in conflitto con una combinazione predefinita in un programma di Windows, quest'ultima perderà la propria funzione.
Nota: Non possono far parte della combinazione i tasti speciali ESC, INVIO, TAB, BARRA SPAZIATRICE, STAMP o CANC. Non sono utilizzabili i tasti funzione F1...F12.
No, non si tratta di una novità. Questa caratteristica esiste almeno dalla versione 98 di Windows. Io uso questo sistema per lanciare varie applicazione; ad es con CTRL+ALT+X lancio Excel, con CTRL+ALT+W invece Word, con CTRL+ALT+N mando in esecuzione Notepad, con CTRL+ALT+P invece Paint.Net...

L'acqua del sindaco

Un sorso tira l'altro e anche questo post è sull'acqua.
Da diversi anni si è diffusa l'abitudine, negli uffici, di avere sempre a disposizione una bottiglia d'acqua minerale, sembra che non ne possiamo più fare a meno: è indispensabile per la nostra dieta, la nostra pelle e i nostri reni. Le pubblicità in TV è stata, in un certo periodo, martellante, e della bottiglietta ne abbiamo fatto una moda.
Quando prepariamo un'aula per i nostri corsi, oltre a dispensina e cartellina con il necessario per gli appunti, non può mancare mai la classica bottiglietta d'acqua. Quando andiamo nelle aule di qualche nostro cliente la situazione è analoga.
Qualche cosa sta però cambiando, a causa dell'andamento dell'economia: prima si vedevano molte più bottigliette di acqua 'di marca'; adesso hanno fatto la loro comparsa anche quelle sconosciute alla pubblicità, di tipica provenienza 'discount'.
Questo uso di bottigliette di acque minerali di marchi sconosciuti mette però in difficoltà 'psicologiche' qualcuno, infastidito dal non poter sfoggiare un prodotto 'noto' come fanno il vicino o la vicina di scrivania.
Una mia allieva mi diceva, qualche settimana fa, dopo aver sorseggiato dalla sua bottiglia da due litri di un notissimo imbottigliatore, che lei usa sì la bottiglia di marca, ma che la riempie, tutte le mattine, dal rubinetto di casa, con la (meno costosa ?) 'acqua del sindaco'.

venerdì 13 febbraio 2009

Acqua azzurra, acqua cara

Quando si è sparsa la notizia, nel condominio, nessuno ci voleva credere. La voce si è poi rafforzata e ci è stato comunicato ufficialmente, durante l'ultima assemblea, che ci è arrivata una bolletta dell'acqua di oltre 12.000 (diconsi: dodicimila) euro.
I commenti sono irriferibili, qui: è opinione, diffusa ancorché sicuramente non corretta, che in questa faccenda dei continui aumenti dell'acqua ci siano prebende e incarichi politici, oltre ad incapacità di gestione. Sono pensieri gravi, generati dal difficile momento economico e dal continuo crescere del prezzo di un bene così comune e necessario. Per fortuna pochi sanno per ora cosa succederà con l'applicazione del decreto 113 (art. 23bis) e del relativo 'ultimo miglio' della distribuzione.

Una cosa la posso affermare, con tanto di prova: quaranta anni fa si spendeva molto meno.

Bolletta semestrale, anno 1966. L'importo è in lire.

giovedì 12 febbraio 2009

Enciclopedia Garzanti

Probabilmente ero in seconda o terza elementare quando i miei decisero di comprare una enciclopedia.
Libri, in casa, non ce n'erano ma la mia passione per la lettura era già venuta fuori: la mia maestra era preoccupata perché dopo poche settimane dall'inizio di ogni nuovo anno scolastico avevo già esaurito il poco materiale che la bibliotechina di classe metteva a disposizione.
Oltre al libro di lettura e al sussidiario, facevano parte dell'armamentario didattico anche le 'ricerche': la maestra assegnava un tema e noi dovevamo documentarlo al meglio delle nostre capacità; si trattava in genere di produrre qualche pagina di foglio protocollo, scritta larga, con delle immagini ritagliate e incollate a illustrazione del testo; cose minime, erano solo i primi anni delle elementari.
Io ero abbastanza fortunato da avere vicino di casa un ragazzino, qualche anno più grande di me, che mi prestava i suoi vecchi libri di testo e, qualche volta, me ne faceva ritagliare le immagini per le mie ricerche; il risultato che ottenevo era, in genere, buono ma non potevo assolutamente competere con il mio compagno di banco che, figlio di un noto giornalista locale, sfoggiava delle 'ricerche' anche una decina di volte più ampie delle mie, precise, precise e ricche di immagini.
Non ricordo come, ma in casa fu deciso l'acquisto di una enciclopedia; la Conoscere era molto in voga al tempo, era molto colorata, tematica e con tantissimi grandi disegni (che la rendeva un prodotto editoriale di una dozzina di volumi); i miei si orientarono invece su una enciclopedia 'classica', quella Garzanti, organizzata in ordine alfabetico, con tanto scritto e poche immagini o foto in bianco e nero (rari gli inserti, fuori testo, di tavole a colori); il tutto in cinque volumi di un bel tessuto telato blu, con scritte in oro, che hanno resistito bene agli anni.

[Certo che ce l'ho ancora, qualcuno ne dubitava?]


L'acquisto, questo lo so, fu fatto a rate, l'unico acquisto a rate che sia mai stato fatto in casa mia, e ricordo il bollettino postale che ogni mese la mamma andava a pagare. I volumi non ci furono consegnati tutti insieme; l'ultimo conteneva anche degli aggiornamenti e delle errata corrige.
A dire la verità alle elementari la 'Garzanti' la usai poco, il contenuto era ovviamente di riferimento, non certo adatto per una 'ricerca', e quindi se ne rimase a lungo chiusa all'interno di un mobile, in cucina.
Quando finalmente finimmo di pagare le rate, ricevemmo la visita di un rappresentante della Garzanti, un compunto giovane signore in giacca e cravatta. So che parlò un po' con la mamma, non so se cercasse di venderle qualche altra cosa: a me disse che, da un riscontro che avevano fatto, risultava che avevamo pagato un po' più del dovuto ed era venuto ad offrire a me, destinatario dell'enciclopedia, la possibilità di avere, gratis, un libro a scelta fra una serie di cui mi mostrò un piccolo catalogo. Io avrò avuto nove o dieci anni e, fra i titoli che mi sottopose, gliene indicai uno che mi pareva interessante: L'origine dell'Europa moderna; mi guardò incuriosito ma prese nota della mia richiesta e, andandosene, ci assicurò che il libro sarebbe arrivato entro poco tempo.
E fu così, il pacchetto arrivò per posta una quindicina di giorni dopo. Il libro, ne scorsi qualche pagina, era noioso. Lo misi da una parte.
Stasera, mentre me ne stavo arrampicato a curiosare tra vecchi libri nella seconda fila dello scaffale più in alto di una delle nostre librerie, l'ho riscoperto, sopravvissuto agli anni e ai traslochi; vedo che fu pubblicato dalla Oxford University Press, ed edito poi da Garzanti agli inizi degli anni sessanta.
Ci darò un'occhiata...

Sir George Norman Clarck, Le origini dell'Europa moderna, Garzanti

mercoledì 11 febbraio 2009

A Firenze costa meno

Dalla quarta di copertina di:
G. C. Abba, Da Quarto al Volturno, Vallecchi, Firenze (1926?)

venerdì 6 febbraio 2009

Luci Chinesi

A causa della nostra insonnia, abbiamo la necessità di avere, la notte, delle luci sempre accese per la casa. La soluzione, banale, è stata quella di utilizzare quelle lucette segnapasso che si inseriscono direttamente nelle prese elettriche, per andarcene in giro senza timore di sbattere contro sedie o mobili ed evitando di accendere le luci principali delle stanze.
Mia moglie ha cominciato a comprare delle lucette, non proprio economiche, ora in un supermercato, ora in un negozio, ora in un altro, disseminandole per le stanze.
Uno degli ultimi acquisti ha avuto vita piuttosto breve, ma, non avendo lo scontrino, non siamo neanche potuti andare a reclamare.
"Vado a ricomprarlo allo stesso negozio" dice lei. "Ma è quello chinese!" protesto io. "E allora? Tutto quello che compri è chinese! Tengo lo scontrino e poi, quando si guasta, vado a protestare". Io scuoto la testa ma non commento.
La nuova lucetta fa la sua comparsa, funziona per qualche settimana, poi più nulla.
"Ora vado a protestare. E' il secondo, mi sentono!". "Hai lo scontrino?" "Certo - fa lei, andando sicura ad aprire una tasca interna di una borsetta - Eccolo!". La guardo, interrogativo. "E questo sarebbe?" "Lo scontrino!" "Ma l'hai guardato bene - le chiedo restituendolo - Non vedi che è solo una strisciata di una calcolatrice e non uno scontrino fiscale?"
Ci rimane malissimo.
Rincaro la dose: "Non ti ricordi che ti avevo detto che la Finanza aveva chiuso il negozio, tempo fa, per tre giorni, proprio per mancata emissione di scontrini fiscali?"

Adesso abbiamo smesso di comprare lucette segnapasso e teniamo accese, nelle varie stanze, delle lampade da tavolo con lampadine a basso consumo, da pochi watt.
Regolarmente Made in China.

domenica 1 febbraio 2009

Maremma alcolica

No, non si tratta di una nuova bestemmia, e di bestemmie con soggetto la Maremma, in Maremma e in Toscana tutta, è facile trovarne...

E', invece, una notizia di 'costume', che ho sentito ieri. Sembra che laggiù, nel grossetano, i ragazzini (quattordici, quindici anni) bevano un po' troppo e, in questa fascia di età, sia già alto il numero di chi si prende delle belle sbornie.

Sono rimasto veramente colpito dalla cosa: ma senti questi giovincelli in che condizioni! Che vergogna, per i loro genitori, per i nonni, per le nonne e per gli zii, avere a quell'età simili intemperanze.
Ma come è possibile che, al passare delle generazioni, si abbia un simile, riprovevole comportamento a tale età?
Mi sono davvero vergognato per loro: prendere la prima sbornia, e poi da vino, a quattordici anni!
Io, ed erano altri tempi, la mia prima sbornia l'ho presa a quattro anni e questi, oggi, ci arrivano solo in età di prima superiore! Che decadenza, che squallore, che anni passati invano a comportarsi come una brava famiglia comanda!

Era il giorno di Natale, a pranzo già finito; i miei genitori ed i miei nonni si intrattenevano in una di quelle lunghe chiacchierate postprandiali tanto abituali quando ancora non c'era la TV in casa a fare da segnatempo; io, quattro anni e poco più, appunto, ero stato lasciato a trastullarmi sul pavimento con i giocattoli appena portati da Babbo Natale, tra questi c'era anche una macchinina dei pompieri, rossa, la ricordo bene.
Buono e tranquillo, come sempre, nessuno badava a me che, però, mi ero impadronito anche di un piccolo fiasco, pieno di vino aleatico, che probabilmente era un dono dei nonni e non credo per me. Avevo, sotto le gambe del tavolo, aperto questo fiasco, e, piano piano, spinto dal sapore dolce del buon vino elbano, lo avevo bevuto quasi tutto.
Quando qualcuno si dette cura di cercarmi, mi trovarono, nascosto dalla lunga tovaglia natatalizia, non a giocare con la macchinina ma mezzo intontito, ubriaco e di una sbornia 'cattiva'; mi raccontano, ma questo non lo ricordo, che minacciai mio babbo a pugni chiusi.
Il tutto finì, con la mamma molto preoccupata, in un lunghissimo sonno pomeridiano che rimise le cose a posto. Beh, non proprio tutte le cose, però: sono dovuti passare quasi trenta anni prima che riprendessi a bere, in dosi quasi omeopatiche, un po' di vino durante i pasti.

La palude

Dopo mesi e mesi in cui ho usato la grafica di default del blog, ho deciso di aggiungere una piccola personalizzazione.
Quando, in Blogger, si crea un nuovo blog, questo viene chiamato automaticamente My BLOG; con poca fatica e attento comunque a trovare un piccolo gioco di parole, ho semplicemente tolto la L dal titolo, trasformandolo in BOG, che in inglese vuol dire appunto palude (che qualche purista mi faccia notare che in inglese la stessa parola indichi, familiarmente, il cesso, non mi sembra proprio carino).
Dunque: BLOG->BOG=palude -> impantanarsi.

In effetti, a designare la palude ho spesso visto la parola swamp (la palude di Okefenokee, dove è ambientato Pogo, il fumetto di Walt Kelly, è una swamp, ma il riferimento è forse difficile da apprezzare per chi non abbia letto Linus, il mensile che fu della "Milano Libri")

Ieri ho completato il gioco, mettendo un'immagine di sfondo al titolo: si tratta di un particolare di una foto, che trovate qui, relativa al padule di Scarlino
E padule è un toscanismo che sta per palude, toscanismo che in realtà è una metàtesi, una trasposizione di fonemi all'interno di una stessa parola: pa-lu-de ->pa-du-le.